https://www.corriere.it/economia/finanza/24_aprile_05/germania-perche-il-declino-economico-tedesco-e-targato-digitalizzazione-e-auto-elettriche-6968f30f-2e8b-4c58-a79a-39650a412xlk.shtmlFinalmente tocca a loro!
"Il ruolo del «canarino nella miniera», il campanello d’allarme, lo ha svolto Thyssen-Krupp, il gruppo dell’acciaio. Il suo direttore generale voleva ridurre la produzione del 40 percento, perché convinto che la domanda non sarebbe cresciuta nel lungo periodo. L’acciaio sta alla fonte delle filiere industriali: se si taglia l’acciaio, tutto il resto seguirà inesorabilmente, e la Germania è entrata in quello che gli economisti chiamano un calo strutturale. Sono cresciuto in Germania e posso testimoniare del ruolo importantissimo che l’ingegneria e la tecnologia svolgono in seno alla società tedesca. Un tempo, perfino sugli autobus si sentiva discutere di sistemi idraulici o altre questioni tecniche. La stragrande maggioranza dei neodiplomati si indirizzava verso professioni tecniche o studi superiori di scienza e ingegneria, in alcuni casi persino entrambi, uno dopo l’altro. A parte i grandi calciatori degli anni Settanta, gli eroi dell’epoca erano gli ingegneri delle case automobilistiche che sviluppavano la nuova generazione di motori. «Lo sviluppo attraverso la tecnologia» era il motto di quel modello economico. A Ferdinand Porsche, il defunto patriarca della celebre famiglia, venne chiesto una volta quale fosse la sua vettura preferita, tra quelle prodotte dalla sua casa, e lui rispose: la prossima. Era quello lo spirito dell’epoca. Erano quelli i giorni in cui la Germania guardava al futuro.
A mio avviso, il grande intruso guastatore è stata la digitalizzazione, più della geopolitica. Le case automobilistiche erano avvezze a raccogliere i profitti dai motori diesel e dall’assistenza post vendita. Le macchine elettriche, per contro, hanno molto di più in comune con i dispositivi elettronici. I profitti dalle auto elettriche vengono dalle batterie e dal software. Al momento, Cina e Stati Uniti si sono accaparrati la maggior parte di quella filiera, mentre l’invasione russa dell’Ucraina ha inferto il colpo di grazia alla produzione industriale tedesca ad elevato consumo energetico. Ci si aspettava che il calo dei prezzi dell’energia fosse in grado di fermare il regresso, ma questo non sta accadendo. BASF, il gigante della chimica, ha deciso tempo addietro che il suo futuro è al di fuori dei confini della Germania. L’industria di vecchio stampo, peraltro, è tuttora importante, anche in un mondo digitalizzato, e difatti la Germania produce più munizioni per l’Ucraina di chiunque altro in Europa. E anche le macchine elettriche hanno componenti meccaniche. I tedeschi sono esperti nell’intensificare la produzione industriale e la Germania inoltre è un Paese ricco, che si è avviato verso il declino industriale da un gradino assai più alto. Una manodopera specializzata saprà adattarsi alle nuove realtà, e già si profila una nuova generazione molto promettente di start up imprenditoriali, specie nell’area di Monaco. Ma ci vorrà del tempo prima di poter raccogliere i frutti. Fino ad allora, immagino che il disagio attuale si prolungherà per almeno un altro decennio."